Cutrofiano: grande successo del convegno sul femminicidio
Posti in piedi ieri sera a Cutrofiano per il convegno sul femminicidio, in coincidenza con la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. Le scuderie dello storico palazzo Filomarini, al centro del paese, presso le quali si teneva il confronto non sono state all’altezza della situazione a causa dell’incontenibile afflusso della gente.
Ad organizzare l’appuntamento è stato l’assessorato alla Cultura ed ai Servizi Sociali del comune, Lillino Masciullo, la promotrice, Maria Pia De Giovanni, psicologa, psicoterapeuta, criminologa, responsabile dell’Associazione Internazionale per l’Applicazione delle Scienze Umane (Aiasu). Tanti studiosi e semplici cittadini si sono trovati a discutere sul tema proposto: Morire D’Amore- “Colpite al Cuore”. Un attualissimo argomento sul femminicidio, la violenza sulle donne e sui minori che ha avuto come relatore principale Francesco Bruno, riconosciuto criminologo di notissima fama, docente alla Sapienza di Roma, che si è occupato dei più famosi casi di cronaca degli ultimi periodi e che, insieme alla De Giovanni ha curato il noto caso di Giovanni Avantaggiato, reo confesso dell’attentato alla scuola “Morvillo. Falcone”, di Brindisi. E’ stata presente il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei Minori di Lecce, Maria Cristina Rizzo; Roberta Altavilla, Consigliere segretario dell’Ordine degli Avvocati di Lecce.
Ad introdurre i lavori e presentare il progetto è stata la promotrice dell’incontro. A moderare gli interventi, Ilio Palmariggi. Il sindaco della città, Oriele Rolli, ha salutato gli ospiti. Altri saluti Istituzionali sono stati quelli dell’assessore alle Pari opportunità della Provincia di Lecce, Filomena D’Antini Solero; di Giuseppe Luigi Palma, Presidente nazionale Ordine degli psicologi; dell’assessore alla Cultura -Masciullo; Cosimo Montagna, presidente del coordinamento Istituzionale Ambito di Galatina e rappresentate Asl di Lecce che si è impegnato: “su questo tema lavoreremo molto”. Alle parole sono seguiti i fatti.
La dottoressa De Giovanni ha annunciato l’apertura, presso le scuderie del Palazzo, di uno Sportello d’ascolto antiviolenza, a sostegno delle vittime di abuso, violenza e maltrattamento fisico, psicologico ed economico. L’annunciato insediamento mira a sostenere psicologicamente, accompagnare e proteggere nel difficile percorso di denuncia, le donne e i minori, spettatori e vittime di violenza, maltrattamenti, abusi sessuali, fisici e psicologici e a sostenere le famiglie delle vittime di femminicidio, nel difficile percorso di comunicazione, gestione e crescita dei figli rimasti orfani. Lo sportello che collaborerà con i servizi territoriali dell’Ambito di zona che si occupano di violenza sulle donne e sui minori, si avvale di esperti professionisti in materia di abuso. Il progetto è ambizioso e prevede, inoltre, una campagna di informazione e di prevenzione scolastica sulla “Cultura dell’Amore e degli Affetti”, spettacoli di danza e teatro, sul tema della violenza in famiglia, ed una serie di eventi, a cadenza mensile, tra i quali: la presentazione di un libro, incontri e dibattiti con esperti, artisti, poeti, letterati ed una mostra sull’argomento. Ma, il domani deve poggiarsi necessariamente su una diversa cultura. E questo auspicato cambiamento deve partire dalle scuole e svilupparsi nelle famiglie. Per dirla con Giuseppe Luigi Palma, presidente dell’Ordine degli psicologi, “bisogna fare rete”. E’ stato questo il refrain che si è ripetuto negli interventi.
Ma, è stata la lezione del professore Bruno a tenere inchiodati tutti i presenti. Parole dure, urlate, a volte, hanno sottolineato i passaggi più importanti dell’attesissimo intervento. “Le donne”, ha attaccato, “cominciano a subire violenza già nel momento della nascita, attraverso l’aborto selettivo”. Ed ha ricordato quel che è accaduto in Cina, recentemente, laddove le donne in stato interessante venivano sottoposte ad analisi per risalire al sesso del nascituro (amniocentesi). Se fosse stato maschio sarebbe si sarebbe conclusa la gravidanza, in caso contrario, si abortiva. “Nel tempo”, ha continuato, “ sono maturate delle cose ed oggi possiamo parlare di femminicido, dovuto al solo fatto che la femmina è femmina: così fa l’uomo”. E tutto sarebbe giustificato dal fatto che l’uomo è geloso ma, “la gelosia “, ha urlato, “ è una malattia mentale ed interviene quando si limita la libertà”. Quando interviene questo atteggiamento “bisogna lasciarlo, bisogna lasciare quell’uomo, denunciarlo. Bisogna parlare con amici, parenti, con le Forze dell’ordine, anche se non si vuole esporre denuncia”. Insomma, “la donna non deve essere lasciata sola, il geloso è un malato” ha ripetuto. Ma, lesi stessa non sarebbe esente da colpa. Infatti: “I figli maschi diventano così perché sono le loro mamme che ispirano quella cultura assassina, anche per cambiare questo bisogna combattere, bisogna avviare una lotta nei confronti della cultura matriarcale”.
Lillino Masciullo, assessore alla Cultura e vicesindaco, ha ripercorso il cammino fatto dall’amministrazione comunale insieme a Maria Pia De Giovanni, per arrivare all’appuntamento. Il primo passo è stato fatto nell’estate scorsa con l’affissione in paese di numerosi manifesti in cui si vedeva una donna con le labbra cucite, “ed andremo avanti per questa strada”, ha promesso. Poi, il lavoro di coinvolgimento e contatti è stato affidato alla De Giovanni che, l’altra sera ha visto realizzarsi della sua idea, “grazie all’amministrazione che ha creduto in questo mio progetto”. Ma è solo il primo passo, per quanto importante. La realizzazione del progetto richiede impegno e convinzione. Incrociamo le dita.
Fernando Durante