Martano: Il segretario Pd risponde al direttore di Corte Grande
Lettera aperta dell’avvocato Mauro De Pascalis
“Stimato” Direttore,
nonostante il Suo articolo non contenga un espresso riferimento alla persona del sottoscritto – giacchè è Suo “uso” (rectius “consumato mestiere”) non menzionare mai i nomi delle persone cui fa riferimento, lasciando ai lettori il compito (ingrato) di “fantasticare” su questo, piuttosto che su quell’altro, martanese destinatario delle Sue stoccate – mi sento tirato in ballo dalle Sue affermazioni, non fosse altro perché, indegnamente, sono stato chiamato a rappresentare il Circolo PD di Martano come Coordinatore.
Contesto, innanzitutto, un errore di fondo del Suo testo, laddove la Sezione del PD viene identificata con quelle di PCI-PDS-DS, mentre dovrebbe ormai essere acclarato che il PD è un soggetto politico nuovo e diverso, pur racchiudendo al suo interno buona parte della storia di due gloriosi partiti come il PCI e la DC, entrambi “padri fondatori” dell’Italia repubblicana e democratica, il cui contributo è risultato fondamentale per consentire alla democrazia in cui viviamo di realizzare il superamento di odiosi privilegi e drammatiche discriminazioni a carico delle fasce sociali più deboli.
Ma il PD è altra cosa, perché nasce con l’intento di essere una forza politica progressista nel senso “moderno” del termine, anche se permeata, nel profondo, dai valori della sinistra riformista di G. Salvemini, di Di Vittorio, di Berlinguer e del Cattolicesimo democratico e sociale della migliore tradizione del PPI, come concepito da don Sturzo, poi transitati nella DC di Alcide De Gasperi e nella “sinistra democristiana” di Aldo Moro: rigore morale, rispetto per le istituzioni laiche, democrazia ed uguaglianza sociale, valori questi che, si badi bene, sono serviti non a combattere il “comunismo”, ma soprattutto a far sì che i movimenti reazionari (presenti nel substrato politico italiano specie sotto forma di logge segrete ed associazioni paramilitari) non avessero il sopravvento sulle istituzioni democratiche, fondate sulla Carta Costituzionale, come tragicamente successo in Grecia con il regime dei Colonnelli.
Fatta questa breve premessa chiarificatrice, entro nel merito della Sua “lettera aperta” che mi consenta – seppure solo in parte – di non condividere.
E’ vero, la Sezione del PD è chiusa ed è stata, mi creda, una scelta dolorosa, fatta certamente per ragioni economiche, ma anche e soprattutto con l’intento provocatorio di scuotere le coscienze politiche certamente a livello comunale, ma in modo particolare a livello provinciale e regionale, perché di Martano, come serbatoio di voti, ci si ricorda SOLO durante i periodi elettorali, ma poi viene accantonato in quel cantuccio buio che i dotti chiamano “dimenticatoio”.
Non è un problema di soldi, o meglio, non è solo un problema di soldi: è stato il tentativo estremo di accertare chi fosse veramente interessato alla POLITICA, quella scritta a lettere maiuscole, e chi, invece, solo al suo posticino al sole – peraltro e per nostra fortuna – di breve durata.
Devo dire, però, che se a livello comunale la chiusura è servita “a contarci”, né a livello provinciale, né a livello regionale abbiamo assistito non dico a grandi sussulti, ma nemmeno ad un piccolo singhiozzo che smuovesse le “coscienze” dirigenziali, troppo impegnate a discutere sopra i massimi sistemi (politici) del mondo e poco attente a raccogliere i messaggi allarmati che arrivano dalla base, che parlano di pauroso calo degli iscritti, di sezioni chiuse, di indifferenza ed insofferenza alla politica.
Noi, quelli rimasti, “vecchi” e giovani, abbiamo comunque continuato a fare politica, pur dovendo fare quotidianamente i conti non solo con le povere casse del partito, che non ci consentono grande libertà di iniziativa obbligandoci, spesso, a far fronte agli impegni con fondi personali pur di portare a termine le iniziative, ma anche, ed in modo particolare, con lo scollamento e la disaffezione della gente rispetto alla politica, dovuti con tutta certezza ad un sistema elettorale che esclude l’elettore dalle scelte dei rappresentanti politico istituzionali.
Abbiamo scritto ed affisso manifesti, sollevando polveroni sui disastri dell’azione amministrativa dell’attuale maggioranza facente capo al Sindaco Massimo Coricciati; l’azione, consiliare e non, dei nostri 2 consiglieri comunali, è continua ed ha prodotto risultati soddisfacenti (quale ad es. il blocco del progetto di rifacimento di P.zza Matteotti, l’azione contro la modifica del PEEP).
I nostri giovani, ai quali sono onorato di aver dato un piccolo aiuto, hanno organizzato una riuscitissima Festa Democratica (non se ne vedevano di così ben riuscite – anche sotto il profilo economico visto l’attivo del bilancio – da molti anni).
Certamente non sarei onesto se non ammettessi che la frequentazione della Sezione, nell’ultimo periodo di apertura, era abbastanza calata, ma penso si sia trattato di un calo fisiologico, dovuto, molto probabilmente, alla sconfitta elettorale, e forse anche – come da Lei evidenziato – al fatto che molti degli iscritti siano rimasti colpiti dal comportamento di chi ha frequentato il Partito per avere cariche ed incarichi e sia sparito una volta ottenuto quello cui aveva mirato.
Non so a chi e se Lei nel Suo articolo si riferisca in particolare a qualcuno, non mi interessa e non ho voglia di fare polemiche sterili.
Personalmente non ho mai fatto politica per interesse o tornaconto personale, ho messo la faccia in ogni iniziativa personale o di partito, impegnandomi – qualcuno potrà dire “poco” – ma sempre con la massima trasparenza e coerenza per il partito, e lo stesso posso dire di tanti amici e compagni che, nonostante tutto, sono sempre a disposizione, pronti ad impegnarsi – fattivamente e finanziariamente – ed anche a sacrificarsi facendo i tappabuchi nelle liste o i “portatori d’acqua” nelle campagne elettorali, sempre e solo per il partito, perché concepiscono la politica come servizio.
Tanti altri – giovani e meno giovani – invece, e lo si è visto al momento della formazione della lista di M. Castelluzzo, si sono eclissati proprio quando ci sarebbe stato più bisogno di loro, della loro presenza, dei loro consigli, del loro impegno, non fosse altro per cercare di riparare a quegli errori e a quei guasti che essi stessi avevano contribuito a causare.
Probabilmente Lei ha ragione nell’affermare che la Sezione è un punto di riferimento della democrazia, una fucina di idee e che è necessario riaprirla quanto prima, ma le posso garantire che l’impegno di quelli che sono rimasti non è mai mancato, anche senza Sezione.
Perdoni il mio sfogo, ma non tollero le affermazioni qualunquiste: non credo che si possa parlare di lotte intestine all’interno della Sezione, di centri di interesse, di poteri forti, di cupole, come pure qualcuno ha detto in precedenza: chi è rimasto nel PD – con o senza Sezione – lo ha fatto – e continua a farlo – per pura passione e per spirito di servizio, senza alcun tornaconto che non sia quello di vedere primeggiare politicamente e pacificamente le proprie idee.
Cordialmente.
Avv. Mauro De Pascalis
Segretario Sezione PD Martano