Suggerimenti per la riduzione – soluzione del “problema randagismo”
In questo lavoro vorrei indicare alcune linee guida che possano risolvere o, quantomeno, arginare il “problema randagismo” sul nostro territorio.
Per affrontare tale problema bastano poche iniziative e un po’ di volontà: la prima riguarda la reale attivazione dell’anagrafe canina che ha lo scopo di portare a conoscenza dell’effettivo numero dei cani di proprietà.
L’importanza di ciò sta nel fatto che, nella maggior parte dei casi, sono i cani di proprietà che alimentano il fenomeno randagismo in quanto essi sono abbandonati dai loro padroni. “Microchippandoli” una simile situazione non si verificherà perchè se un cane provvisto di microchip sarà abbandonato si risalirà facilmente al proprietario che sarà sanzionato; infatti l’abbandono è considerato dal nostro ordinamento giuridico reato, quindi penalmente perseguibile.
Per facilitare tale provvedimento si potrebbe organizzare una giornata per la “microchippatura” gratuita di tutti i cani di proprietà, iniziativa che è stata attivata da diversi Comuni e che sta portando a buoni risultati. Con pochi euro un Comune potrebbe garantire e garantirsi un reale risultato a breve termine.
Altro provvedimento importante è il monitoraggio dei randagi, in particolar modo delle cagne non sterilizzate. Tramite questo monitoraggio le cagne ancora non sterilizzate lo saranno e, come conseguenza, i randagi non si moltiplicheranno. Quelli presenti, nel medio termine, moriranno naturalmente (si spera) riducendo sempre più il loro numero. La sterilizzazione delle cagne, per legge, deve essere effettuata dalle ASL.
Questo provvedimento insieme all’attuazione della giornata del microchip abbasserà drasticamente, nel medio termine, sia il numero dei cani esistenti nel paese che di quelli ricoverati nei canili; infatti non saranno ricoverati altri cani se non in casi eccezionali perchè il loro numero sul territorio rimarrà pressochè stabile per poi diminuire. Se si vuol intervenire più efficacemente basterebbe che più Comuni agissero nello stesso modo; infatti sarebbe importante coprire un ampio territorio.
Per quel che riguarda i cani presenti sul territorio la Legge Regionale del 1995 in materia di randagismo prevede la creazione dei cani di quartiere o cani collettivi; per poter essere considerati cani di quartiere questi cani devono essere tranquilli e sterilizzati. Tali cani stazionano solitamente nello stesso territorio difendendolo dall’intrusione di altri cani. La legge prevede che questi cani siano dotati di microchip e siano sotto la custodia di un tutore responsabile, tutore che non è penalmente e civilmente perseguibile dei problemi che un cane potrebbe provocare, ma semplicemente deve sfamarlo e controllare se ha cambiamenti caratteriali che possano risultare contrapposti agli interessi dell’uomo.
A tutti questi provvedimenti si potrebbero aggiungere dei corsi che insegnino ai bambini e agli adolescenti, ma anche per gli adulti sarebbe importante, il rispetto per gli animali. Per esempio potrebbero essere proposti ed effettuati nelle scuole dell’obbligo e nelle secondarie superiori attraverso i PON. Attraverso l’educazione delle generazioni future al rispetto degli animali si realizzerà una drastica riduzione degli abbandoni perchè esse prenderanno un cucciolo per se stesse o per i loro figli. Questi corsi porteranno sicuramente a risultati a lungo termine in quanto l’adozione di un animale sarà fatta in maniera più cosciente. Un ultimo suggerimento, non ultimo in ordine d’importanza, è di favorire le adozioni dei cani ricoverati presso i canili.
Nella provincia di Brindisi l’ASL ha sovvenzionato l’adozione dei cani dei canili dando all’adottante una determinata somma per il mantenimento del cane; è chiaro che per il rinnovo di questo incentivo sono effettuati controlli periodici.
Ogni Comune potrebbe fare questo: creare una bacheca per le adozioni dei propri cani ricoverati nel canile. Questi sono pochi e semplici suggerimenti che hanno dei costi irrisori, rispetto a quello che ogni Comune spende alla voce randagismo, che produrranno risultati non indifferenti sia da un punto di vista etico che economico.
Andrea Coluccia