Calimera: intervento di Vito Bergamo su racket e criminalità
“Mai restare da soli nella lotta contro il racket e l’usura”. Di fronte al ritorno negli ultimi tempi di queste azioni criminose messe a segno dalla criminalità organizzata e denunciate con forza dal Procuratore della Repubblica di Lecce, Cataldo Motta, anche Vito Bergamo, già presidente dell’Acea (Associazione commercianti ed artigiani, di Calimera), una delle prime associazioni a ribellarsi unitariamente al fenomeno, intende mettere a disposizone la sua esperienza nell’incarico, “con umiltà”. Sufficienti analogie sono oggi presenti come nel suo periodo di presidenza, fine 2002/2003. Come allora i sindaci dei territori interessati dal fenomeno rispondono che per loro il problema non esiste. Nonostante il preoccupante allarme lanciato da Motta: nel Salento la mafia è presente ed in maniera pesante. Anche la Prefettura cerca di fare la sua parte. Magistratura e Forze dell’Ordine fanno sicuramente tutto ciò che è nelle loro possibilità per far vivere i cittadini serenamente. Ma, come fare per affrontare il preoccupante problema? “Non voglio dare lezioni di legalità a chicchessia”, dichiara Bergamo, “voglio solo mettere a disposizione di chiunque voglia utilizzare la mia esperienza”.
E, passando all’analisi del fenomeno, sostiene che quel che frena l’impresa è l’elevata tassazione ed il difficile rapporto con le banche. Sono questi problemi a carattere nazionale, che non affronta. Ma, un imprenditore che si alza la mattina sapendo di dover versare il 25% del suo lavoro al racket, “questa è una sua scelta”. Fatta per paura, innanzi tutto. “Questo è l’aspetto che viene sfruttato dalla criminalità: mettere il soggetto nelle condizioni di sentirsi impotente e isolato. Mai restare da soli!”, urla il suo consiglio. Quando la criminalità aggredisce il territorio, “le Istituzioni sono chiamate a creare le condizioni per la solidarietà, e le forze dell’Ordine messe nelle condizioni di combattere il fenomeno. E con le istituzioni deve essere presente la società civile”. Questo comportamento non include l’eroismo, “basta aggregarsi e costituire una forza d’urto”. E’ bene aderire ai protocolli d’intesa e relativa verifica periodica, proposti dalla Prefettura. E’ necessario essere collaborativi con la magistratura e le forze dell’ordine, “tenendo sempre presente che lo Stato c’è ed è forte quando i cittadini collaborano con esso”. Ed in questo, “ i sindaci, soprattutto dei paesi rivieraschi, devono supportare quei commercianti che si coalizzano e denunciano, perché non può esserci sviluppo senza legalità”. Infine, auspica che, quando un malvivente viene arrestato si abbia la certezza delle pena. In caso contrario, l’estorsore avrà vita facile e si ripresenterà alla vittima con più arroganza e farà ancora più paura.
Fernando Durante