Calimera: la contesa tela dell’Addolorata
A circa cinque anni dal restauro, il quadro dell’Addolorata dell’omonima chiesetta in via Costantini a Calimera non è stato ancora restituito dalla Curia di Otranto, presso la quale è stato- momentaneamente- affidato. Motivo del mancato rientro: il luogo non sarebbe idoneo per una buona conservazione della tela che si fa risalire, a cavallo fra il XV ed il XVI sec.. Praticamente, resta presso la curia otrantina e, non si sa- ancora- per quanto. Ma la gente protesta ed- a breve- partirà una racconta di firme per sollecitarne il rientro. Proprio ieri, venerdì santo, a ricordarne l’assenza e chiederne la restituzione è stata esposta una richiesta scritta apparsa al posto della tela, a firma di Renato Renna, proprietario anche del luogo di culto, dipendenza della sua casa confinante. Il quale, fra l’altro, davanti al sindaco del paese, Giuseppe Rosato, avrebbe dichiarato la propria disponibilità a cederla alla comunità perchè ne godesse. La precedente proprietaria del luogo di culto, Laura Licci, riferisce il primo cittadino, avrebbe dichiarato di essere in possesso di un documento in cui la Curia si sarebbe impegnata alla restituzione della tela, appena il luogo di culto fosse stato messo in sicurezza, o per dirla con don Quintino Gianfreda, vicario generale della Diocesi, come riferisce Renna da un incontro in curia, “quando la chiesetta fosse stata adeguata”. Lo stesso proprietario avrebbe replicato: “veniamoci incontro: voi restituite il quadro e lo esponete presso la Chiesa Matrice o in altro luogo che sceglierete ritenuto idoneo per garantirne l’integrità”. “Non se ne parla proprio”, avrebbe replicato il sacerdote. Perché tanto rumore in presenza di quel documento in cui la Curia si sarebbe impegnata alla restituzione? Proprio perché Renato Renna è convinto che quella tela non tornerà mai più al paese al quale apparterrebbe. Ora, per concludere poniamo una banale domanda a cui non siamo riusciri a dare una risposta: perché la Curia non intende restituire la tela nonostante sia di proprietà privata e le abbiano proposto di scegliere un sito alternativo in paese sufficientemente idoneo alla conservazione? Forse che non intende affatto restituirla? In questo caso, se al paese importa goderne deve chiedere a gran voce la sua restituzione. Noi di Corte Grande faremo, certamente, la nostra parte.
Fernando DURANTE
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