Castrignano dei Greci: i volti delle amministrative 2012
Oggi conosciamo Salvatore Treglia candidato sindaco per Sel
A pochi giorni dalla presentazione delle liste, cominciamo a presentare i volti dei protagonisti dell’imminente campagna elettorale.
Partiamo da Salvatore Treglia, candidato alla carica di sindaco per Sel. Una storia politica che parte da lontano la sua, esattamente dal 1993, a pochi anni dalla fondazione, anzi dalla Rifondazione Comunista. È qui, nel partito che non accetta lo scioglimento del PCI, che muove i primi passi della sua lunga militanza politica.
“Era un circolo con un buon numero di iscritti in rapporto agli abitanti, erano bei tempi, c’era molta passione e preparazione politica”. Una tappa importante, quindi, quella di Rifondazione Comunista. Un percorso che lo porta all’approdo in consiglio comunale nella prima amministrazione Amato, un’esperienza che finisce presto, “c’erano divergenze politiche di fondo”.
La sua passione politica è da sempre intrecciata con l’altra grande passione della sua vita, la Roma, di cui è un tifoso appassionato, per usare un eufemismo, ed è proprio su quest’argomento che snocciola le prime cifre “i romanisti sono il 3% della popolazione mondiale”.
È il ritratto di un ragazzo cresciuto a pane, calcio e politica. Una storia un po’ d’altri tempi, un po’ romantica. Di chi guarda alla politica con un sguardo ancora appassionato, nonostante tutte le disillusioni. Sono proprio la passione e l’umanità gli ingredienti più importanti di questa nuova esperienza da candidato sindaco, ed è proprio su questi tasti che vuole suonare la musica del cambiamento “la politica è umanità, dobbiamo riavvicinarla alla società, al paese reale. Anche partendo da queste piccole esperienze. Spesso chi riveste una carica istituzionale tende a creare barriere, distanze. Io non voglio questo, è importante rimanere se stessi, non creare steccati. Il dialogo, la vicinanza alle persone devono rimanere centrali in un’esperienza politica”.
La sua discesa in campo, accanto a tanti ragazzi, sembra seguire una scia, una voglia di cambiamento che si respira un po’ in tutti i rivoli del paese, in tutte le sfaccettature della vita sociale. La partecipazione, la ricostruzione del tessuto sociale, la riaffermazione di una cultura, di una dialettica democratica sono gli aspetti che gli stanno più a cuore “sta venendo meno l’idea di comunità, le persone comunicano tra di loro soltanto in occasione delle cerimonie religiose. Sta prendendo piede il peggio della mentalità cittadina. È compito nostro intervenire, tutelare la ricchezza dei nostri paesi. Una ricchezza fatta di rapporti sociali, di solidarietà. Questo lo possiamo fare investendo nella realtà associativa. È partendo da qui che possiamo mettere un argine, una diga all’emarginazione sociale. In passato siamo stati quasi un’eccellenza da questo punto di vista. Ed è proprio da qui che riparte la sfida. La cooperazione, l’associazionismo rappresentano degli strumenti formidabili, in grado di restituirci un via di uscita anche al problema dell’occupazione. Personalmente non voglio essere una guida, voglio soltanto mettere i ragazzi in condizione di esprimersi. È importante reperire risorse è metterle a disposizione, indistintamente. A questo proposito mi piace citare un mio carissimo amico, Sergio Orlanduccio, apprezzato educatore, lui dice sempre che <<è più difficile educare che permettere o vietare>>. Un altro aspetto che ritengo essenziale è il superamento dei campanilismi, non ci dobbiamo chiudere in una cultura contradaiola. È importante per chi ha l’ambizione di amministrare una comunità avere l’umiltà di guardarsi intorno, guardare alle esperienze virtuose, ai modelli che ci offrono gli altri paesi”.
Il nostro incontro si conclude davanti ad una birra, entriamo in un locale storico di Castrignano dei Greci. Anche qui trovo le tracce di quella crisi economica che sta mettendo a repentaglio le aspirazioni di una generazione. Salvatore viene accolto come uno di loro, uno che conosce i problemi del lavoro, del paese.
Marco Termo