Gli antichi leoni ritrovati a Soknopaiou Nesos
L’eccezionale scoperta della Missione Archeologica dell’Università del Salento in Egitto.
Le sabbie dell’Egitto custodiscono, conservano e regalano nuove emozioni. La storia continua ad emergere da un passato molto lontano.
E questa volta l’oro delle sabbie d’Egitto ha restituito due splendide statue di calcare conchiglifero di età tolemaica. La scoperta è arrivata qualche giorno fa, nel decimo anno di scavi condotti dall’Università del Salento nel sito di Soknopaiou Nesos nell’oasi del Fayyum.
Le statue, raffiguranti due leoni, sono state riportate alla luce dal gruppo di studiosi guidati dai professori Mario Capasso e Paola Davoli. I leoni di Soknopaiou Nesos, che hanno altezza e lunghezza di circa un metro, sono stati ritrovati lungo il lato occidentale del tempio del dio coccodrillo Soknopaios, nella parte esterna dello scavo e che per questo dovevano avere funzione ornamentale delle grondaie esterne dell’edificio sacro, “simili a quelle che si possono ammirare a Dendera nell’Alto Egitto”, come ha spiegato il professore Capasso.
Soknopaiou Nesos è un sito di grande interesse e, grazie al suo eccellente stato di conservazione, rappresenta una continua fonte di informazioni sull’Egitto Greco- Romano. In particolare, il ritrovamento delle due statue accanto al tempio del dio coccodrillo, sottolinea l’importanza del sito nell’oasi del Fayyum, a sud del Cairo: il tempio era frequentato da viaggiatori e pellegrini diretti ad Alessandria, che consultavano l’oracolo di Soknopaios per chiedere responsi, come dimostrano i numerosi papiri ritrovati nel corso delle missioni contenenti domande rivolte all’oracolo.
Questo eccezionale ritrovamento dimostra come si sia evoluto ed ampliato nel tempo il progetto archeologico di Soknopaiou Nesos. Nel 2001, anno della prima Missione congiunta delle Università di Lecce e Bologna, l’unico scopo era documentare il sito tramite tecniche moderne di indagine topografica ed archeologica, realizzando una prima schedatura degli edifici disponibili. Nel 2004 l’Università di Lecce, grazie alla Concessione Esclusiva ottenuta l’anno precedente dal Supreme Council of Antiquities, ha condotto la sua prima campagna di scavo.
Da quel momento sono state attivate altre due ricerche relative alla catalogazione e allo studio dei papiri greci del sito, nonché alla bibliografia e alle antiche immagini di Soknopaiou Nesos. L’intenso lavoro svolto dal Centro di Studi Papirologici e dalla Cattedra di Egittologia dell’Università del Salento è ancora in fase di svolgimento: l’obiettivo è realizzare a Lecce un archivio, sia digitale che cartaceo, di tutto il materiale relativo a Soknopaiou Nesos. E le importanti scoperte di questi giorni danno nuova energia agli studiosi impegnati a riportare alla luce antichi tesori sepolti da secoli in Egitto.
Letizia Gaetani