La violenza della Tap. Voglio che la gente Sappia!
28.03.17, h. 6:00, San Foca – presidio No TAP
Da giorni attivisti e manifestanti contro la TAP ( il gasdotto Trans-Adriatico) si sono riuniti in un presidio situato nei pressi della zona del cantiere da dove passerà il microtunnel del gasdotto TAP, per una protesta pacifica in difesa del territorio salentino.
Mi trovo esattamente nel presidio, proprietà privata, in cui noi minorenni rimaniamo per tutto il tempo in via preventiva. Ma cosa c’è da preventivare se la protesta è del tutto pacifica?
Ad un certo punto la gente inizia ad urlare e a scappare, incuriositi io e i mie compagni ci affacciamo per capire cosa sta succedendo: le camionette della polizia stanno per arrivare assieme ai camion che trasportano i mezzi, e i manifestanti iniziano a bloccare le entrate principali creando delle catene umane.
In quest’angolino di mondo, al sicuro, sto assistendo ad una guerra, ad una rivolta che doveva essere pacifica, trasformata poi in massacro di libertà. 15 camionette di polizia, un elicottero, carabinieri, guardia di finanza, tutti in tenuta antisommossa, mai visti tanti tutti assieme.
Sento che gli animi si agitano, la gente urla più forte di prima, sta succedendo qualcosa,non comprendo. Poi la catastrofe: la polizia inizia a caricare, i camion devono passare e anche le loro camionette. Gente strattonata, donne manganellate, un uomo sta svenendo sotto i miei occhi dopo aver vomitato molto sangue, ovviamente in seguito a manganellate; urla da ogni parte, gente che piange ovunque.
E poi la carica sui sindaci, la carica sui manifestanti con una camionetta. Intanto nel cantiere gli operai continuano ad espiantare. Calpestata la fascia tricolore! Calpestata la dignità dei salentini!
Eppure qui non tutti la pensano allo stesso modo: ho visto un finanziere piangere, un poliziotto/contadino che vorrebbe essere dalla parte opposta, un altro finanziere che abbassando il capo e scuotendo in segno di negazione la testa non risponde alla domanda “di dove sei?”, probabilmente è salentino e si vergogna di dirlo perchè non sta difendendo la propria terra. E’ il loro lavoro, ma non devono abusare del potere che è stato conferito loro.
Ma la massima delusione arriva da chi meno te lo aspetti: i giornalisti!Dando una veloce occhiata ai social, in pochi stanno dicendo il vero, molti, tra cui Rai e Tg5, descrivono i salentini come gente violenta sulla quale le forze dell’ordine sono state costrette a caricare. Lo schifo più totale!
E sapete la cosa che fa più male? Vedere i tuoi amici e compagni di scuola piangere disperatamente per l’orrore che ormai hanno stampato negli occhi. Alcuni, certi di poter smuovere l’animo della polizia, urlano concetti sacrosanti, come democrazia e legalità. Risposte? Solo una: Carica!
Lo Stato contro lo Stato. Che esempio ci state dando?
Ma una cosa in tutto questo l’ho compresa: il caviale e le mazzette date ai nostri cari ministri per la costruzione di questo scempio sono più importanti della volontà popolare. L’Italia non è un Paese libero!
Valentina Cezza, 16 anni
Risposta di Fernando Durante, il Direttore
Cara Valentina. La tua è una lettera su quanto sta accadendo a San Foca per il passaggio del gas proveniente dall’Azerbajan, bella ed appassionata, da sedicenne che crede nelle cose che dice e nei valori in cui crede. Perciò esige una risposta, anche perché fai accuse gravi e generalizzate, e questo non va bene. Ci sono politici disonesti ed altri per bene. Nello specifico del tema, ci sono ragioni da una parte e ragioni dall’altra, a mio parere. Io, per dire, con molta umiltà, dico che non ho capito bene i termini esatti della questione, i motivi di questa opposizione così dura all’approdo del gasdotto. Peraltro, come immagino tu sappia, sono giornalista e non credo di appartenere a quella schiera che tu accusi (come vedi sto pubblicando integralmente la tua lettera anche se non la condivido del tutto). Per dirla tutta, ho ascoltato le cronache di molti miei colleghi e non mi sono sembrate faziose né di parte. Poi, ognuno vorrebbe leggere ed ascoltare quel che lui vorrebbe leggere ed ascoltare: è normale. Tu puoi pensarla come vuoi, naturalmente. Così come è legittimo che altri la pensino in modo differente dal tuo.
Veniamo al nocciolo della questione. Immagino anche tu sia dell’idea che se c’è una legge bisogna rispettarla o farla rispettare. Come dicevano i nostri padri latini: dura lex sed lex. Piaccia o no. Le forze dell’ordine sono chiamate a questo compito, a farla rispettare. A volte è un dovere doloroso, altre non condiviso, ma è il loro dovere. Ed in questo caso la legge c’è e dice che non si possono bloccare strade, men che meno lanciare bombe, né impedire che qualcuno che voglia lavorare lo possa fare. Sbagliata? Probabile, ma è quella. Allora? Si deve o non si deve rispettare la legge? Io immagino di si. A prescindere dalla volontà di chi non la condivide per i più svariati motivi. Ovvero, non è possibile che si condanni chi delinque quando ci è lontano e giustifichi chi, per lo stesso motivo, ci è accanto. La Democrazia è confronto civile, senza violenza. Poi, ci sono accordi internazionali che se non rispettati mettono in dubbio la serietà di una nazione e l’autorevolezza di un governo. Nel 2014, nel corso della inaugurazione della Fiera del Levante di Bari, Renzi invitò i sindaci salentini ad indicare un’alternativa. Non arrivò alcun suggerimento. Il governo andò avanti ritenendo strategico l’arrivo del gas, per l’Italia e per l’Europa. La documentazione richiesta dal Ministero dell’Ambiente e fornita dalla società Tap pare risponda alle direttive previste. Ma si dubita. Chi protesta ha posizioni diversificate, quanto legittime. C’è chi pensa che l’attraversamento del tubo possa inquinare il mare, altri immaginano un crollo della falesia, altri, inoltre, che distrugga l’ambiente circostante.
Concludendo, se la gente non si fosse opposta al transito dei camion con ogni mezzo, non credo proprio che i militi sarebbero intervenuti. Se i manifestanti, legittimamente, avessero manifestato,veramente pacificamente, avrebbero consentito la ripresa dei lavori, non sarebbe accaduto nulla. Ci sono modi pacifici per dimostrare il proprio dissenso. Invece, non è successo questo. Quindi, nel tentativo di far tornare tutto nella normalità e far rispettare la legge, appunto, sono dovuti intervenire. La mia impressione è che la questione possa sfuggire di mano e provocare conseguenze che nessuno vorrebbe si verificassero. Speriamo di no. La politica è chiamata a dare risposte alla soluzione del problema.
Con affetto
Fernando Durante