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      Home»Ambiente » Martano: come cambia largo Primo Maggio

      Martano: come cambia largo Primo Maggio

      Fabio Tarantino
      6 Apr, 2012
      5 Commenti
      0

      osservazioni sui lavori di largo primo maggioDa qualche giorno, sul largo 1° Maggio a Martano, è stato aperto il cantiere per la realizzazione della tendocopertura, finanziata dal Coap (Consorzio Operatori su Aree Pubbliche) per un importo complessivo di €. 580.632.00, di cui 279.631,80 finanziati dalla regione Puglia e 220.296,47 dalla ditta Sprech srl di Martano, il restante importo si divide tra oneri vari e progettazione e direzione dei lavori. 

      Riteniamo opportuno, come abbiamo fatto per Piazza Assunta e Piazzetta Matteotti, cioè ogni qualvolta che si è intervenuti per modificare uno spazio pubblico, di dover fare delle osservazioni in merito all’opera e al metodo che ci terremmo che si adottasse per questi interventi. Vogliamo farlo sgombrando immediatamente il campo da qualsiasi dietrologia. È un pensiero che non ci riguarda, è nel nostro stile intervenire esclusivamente nel merito delle cose, portando il nostro punto di vista nel dibattito pubblico.

      Quindi ci soffermeremo esclusivamente sull’opera e sui benefici per la popolazione martanese. Largo 1° maggio a noi piace anche cosi com’è. Non siamo del partito che ritiene sempre necessario il consumo di ogni centimetro di suolo pubblico. Anzi, i comuni virtuosi oggi sono quelli che sposano politiche di consumo del suolo pubblico che vanno nella direzione opposta. Non a caso sono proprio questi comuni ad occupare i primi posti delle classifiche sulla qualità della vita.

      i lavori in corso presso largo primo maggio a martanoPremesso ciò, riteniamo che quello spazio offra un respiro ampio a quell’angolo di paese. La realizzazione di quest’opera, a nostro avviso, non è il massimo per il contesto in cui è inserita. Riteniamo quindi, sulla base di questa considerazione, che l’ubicazione della struttura sia più adatta fuori dalle mura, in questo caso simboliche, del paese. Soprattutto se l’obiettivo della tendocopertura è  favorire l’organizzazione di eventi,  e, attraverso essi, rilanciare le prospettive economiche del paese. A maggior ragione, se queste sono le motivazioni, una collocazione diversa, magari più periferica, sarebbe stata più logica.  Facciamo una piccola considerazione a sostegno di questa tesi: il sito risulta sprovvista di un’area parcheggi adeguata ai grandi eventi. In più ci troviamo in pieno centro abitato, questo potrebbe significare che alla lunga potrebbero emergere problemi legati alla quiete pubblica. Proviamo a seguire un altro filo logico invece, prendendo per buone le ragioni che hanno portato alla scelta di quella locazione. Convinti che, sicuramente, ci siano stati degli studi, degli approfondimenti che hanno portato all’individuazione di quell’area come la più adatta per ospitare quel tipo di struttura. Prendendo per buona la scelta del luogo quindi, proviamo a porre degli interrogativi. Non sarebbe stato più giusto ricorrere ad un appalto-concorso in modo da studiare un progetto che portasse un valore aggiunto a quell’area? Un tavolo aperto a più professionalità, a più ipotesi, insieme al parere degli abitanti del posto, non sarebbe tornato forse tornato più utile ai fini di una maggiore riuscita del progetto? Non sarebbe stato forse opportuno scegliere una struttura più all’avanguardia, con un design più accattivante? Le nostre domande finiscono qui. Vorremmo,   invece, soffermarci ancora una volta sulla questione della partecipazione. È questo l’aspetto a cui ci teniamo di più, è la nostra bandiera. Non possiamo non constatare, anche per ragioni di onestà intellettuale, che anche in questo caso c’è stato un deficit di partecipazione.  Riteniamo necessario, non ci stancheremo mai di ripeterlo, che la realizzazione di opere pubbliche di una certa importanza,  come questa, vadano concertate all’interno di un percorso di dialogo con i cittadini.

      Marco Termo

             Fabio Tarantino     

       

      Tags : Coap, Largo Primo Maggio, Martano, Regione Puglia, Sprech
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      Commenti ( 5 )

      1. RispondiMaria
        26 aprile 2012 at 17:05

        Io, invece penso che la Regione Puglia finanzia delle schifezze e non investe sulla reale crescita del territorio. Vi faccio delle domande: perchè secondo voi una tendostruttura? Perchè per 20 anni deve essere gestita da una certa società? E perchè il Largo I maggio dovrebbe ospitare il mercato settimanale per 20 anni? Perchè a Martano si è speso sempre per questa orribile piazza? Dove sono le pozzelle? Ma vi siete accorti che, appena piove, tutte le strade che sono attorno alla piazza si allagano e che non è stata fatta la fogna bianca, opera di prima necessità? Perchè Piazza Assunta deve diventare un salottino e questa piazza deve peggiorare con la presenza di tende di plastica?

      2. Rispondimaria assunta
        12 aprile 2012 at 00:19

        A me, francamente, non sembra che questo articolo condanni o elogi un’opera. Mi sembra piuttosto una ‘descrizione’, anche abbastanza obbiettiva, dei lavori in corso. Solo in un alcuni passaggi vengono posti degli interrogativi ed eventuali possibilità alternative. Per quanto riguarda la movida martanese, reputo che di certo non sarà questo tipo di struttura a riportarla in auge, così come non lo farebbe nessun’altra opera, simile o meno, i problemi sono altri..e da lì, sorge la preoccupazione, o se vogliamo, chiamiamola sensibilità o rispetto, nei confronti del ‘vicinato’. E comunque, mi pare sia l’ultimo dei ‘problemi’ a cui far fronte: mi ripeto, la movida non riemergerà certo grazie ad una struttura pubblica o nulla di simile, ed ancora, non mi pare che sia destinata solo a feste sfrenate, così come mi pare leggere tra le righe di alcuni tra i commenti precedenti.
        Sarebbe opportuno, ad oggi, continuare a seguire gli sviluppi del lavoro in corso, così come accade, ad esempio, per i lavori di Piazza Assunta, in maniera obbiettiva e coinvolgente..e perchè no, viste le svariate proposte(?) lette qui di sopra, iniziare a pensare alle finalità concrete e costruttive che si potrebbero attuare, senza dimenticare le necessità di coloro i quali già utilizzano lo spazio, al di là della struttura in itinere.

        Confidando nel buon senso comune.

        Maria Assunta Russo

      3. RispondiSalvatore
        11 aprile 2012 at 17:41

        Strano è che nell’articolo non si parli mai di “area mercatale” (per la cui copertura la Regione Puglia ha finanziato alcuni progetti, tra cui questo, forse perchè li ritiene fonte di sviluppo economico), nè tantomeno di “mercato settimanale”. E’ un peccato che gli autori non citino mai il motivo principale per cui l’opera si sta realizzando. Ma addirittura gli autori arrivano a pensare che la copertura dell’area mercatale debba avvenire (ohibò) in luogo diverso da quello in cui si svolge il mercato settimanale.
        Singolare, inoltre, che gli autori si preoccupino, meno che trentenni, dei decibel di una manciata di eventi che, forse, si potranno tenere in quel luogo. Mentre il mese prima descrivano la città di Martano come morta e priva di iniziative musicali, rimpiangendo le estati piene di concerti.
        Beh, mettetevi un po’ d’accordo con voi stessi…

      4. Rispondiangela
        8 aprile 2012 at 20:51

        Io invece penso,dopo aver letto l’articolo,che ogni cambiamento,qualsiasi esso sia porti sempre dei vantaggi.Vuoi per curiosità,vuoi per promuovere nuovi eventi o manifestazioni.In realtà a martano non vi sono luoghi coperti di questa entità.Magari le domeniche pomeriggio,quelle invernali,a qualcuno verrà in mente l’idea di metterci sotto una ludoteca,un mercatino,o magari uno schermo che proietti dei film,o semplicemente un luogo di ritrovo per i ragazzi che diciamoci la verità son sempre alla ricerca di un territorio da marcare.Mi piacerebbe quindi pensare che non rimanga solo una fredda e imponente struttura,ma un luogo dove tutti i cittadini possano usufruire.

      5. Rispondisimone rango
        7 aprile 2012 at 14:40

        Sono totalmente d’accordo con quanto scritto. Non mi convince il luogo e la sua presunta capacità di sostenere al meglio l’impatto dell’opera. Oltretutto ritengo che lo spazio “vuoto” offerto dal Largo svolga un’importante funzione, tutt’altro che irrilevante o “morta”. In più l’avanguardia oggi è chiudere gli spazi aperti o l’esatto contrario: aprire quelli chiusi? Ormai con l’opera già in fase di realizzazione il deficit di partecipazione non può più essere colmato. Sarebbe invece interessante capire come quest’opera vivrà e si calerà nel contesto del paese una volta terminata.
        In attesa di aprire un dibattito su un tema diverso: quello sugli spazi sociali e culturali del nostro paese, la cui assenza è sempre più pesante e negativa. Perchè sviluppo e progresso non sono sinonimi.
        Vi ringrazio e vi saluto.

        S. Rango

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