Martano: il punto dell’opposizione
Per parlare dell’attuale Amministrazione, non possiamo non mettere subito in rilievo l’assoluta inadeguatezza del Sindaco, incapace di esprimere una leadership sulle varie fazioni interne alla maggioranza.
Da ciò consegue che i centri decisionali dell’amministrazione sono fuori dalla compagine consiliare e ogni assessore, sovrano nel proprio settore, svolge il proprio ruolo dando conto non già al Sindaco ma a referenti esterni.
L’unico momento di sintesi si realizza, fuori dalla maggioranza, nella spartizione degli incarichi e nella gestione dei singoli affari, in una visione della “res publica” come “res privata”. Programmazione e pianificazione degli interventi sono concetti del tutto ignoti a questa maggioranza.
I lavori di Piazza Assunta rappresentano una buona metafora dell’approssimazione, della inadeguatezza e della superficialità con le quali si muovono il Sindaco e la sua maggioranza.
Innanzitutto, ci chiediamo: per affidare il progetto di riqualificazione dell’area più importante della città non c’era altro metodo che l’affidamento diretto? Nulla da dire sulle competenze dei progettisti. Certamente, validi professionisti. Ma un concorso di idee non sarebbe stato più opportuno? Non c’erano altri tecnici senza legami familiari? Probabilmente, il metodo di dividere l’intervento in lotti funzionali per affidare direttamente la redazione dei relativi progetti a tecnici diversi, senza gara, è servito per soddisfare esigenze spartitorie che nulla hanno a che fare con i principi di efficienza, trasparenza ed economicità dell’azione amministrativa. Per inciso, osserviamo che, anche in occasione dell’ultimo Consiglio Comunale, la volontà clientelare dell’Amministrazione è stata ribadita con la modifica del regolamento di affidamento in economia dei lavori: è stata inserita la possibilità di affidare incarichi di progettazione per importi sino a € 40.000,00. Altri e più ricchi incarichi ad amici e parenti si annunciano.
Il risultato della mancanza di idee e di confronto con l’opposizione e con la stessa cittadinanza è un’opera ibrida, priva di una propria fisionomia ben definita.
Martano continuerà a non avere una Piazza e, per di più, avrà perso la sua via principale: troppo stretta è la carreggiata che sta venendo fuori dall’allargamento dell’area pedonale; troppo ingombrante è la fontana ornamentale.
Sui tempi di realizzazione dell’opera ci sarebbe da stendere un velo pietoso. L’opposizione, per responsabilità nei confronti dei cittadini e degli operatori economici, ha evitato di porre questioni che potessero complicare ulteriormente l’andamento dei lavori. Ma, non possiamo vedere tanti consiglieri di maggioranza che impunemente, dopo mesi di latitanza, si affacciano in piazza per attribuirsi i meriti della ripresa dei lavori, giustificando il ritardo con la cattiva fornitura del materiale, sventata grazie alla loro solerzia.
Il materiale entra nelle motivazioni del ritardo, ma soltanto perché, dopo l’appalto dei lavori, è stato cambiato dall’Amministrazione. Ricordiamo a noi stessi che la scelta progettuale fondamentale per un lavoro di pavimentazione è proprio quella del materiale dei basoli da posare in opera. Se dopo aver appaltato il lavoro si cambia il materiale è evidente che la scelta progettuale è stata a dir poco affrettata e non ragionata.
Non solo, un’amministrazione non superficiale avrebbe fatto eseguire gli allacci prima di appaltare i lavori e chiudere la piazza.
Per sopperire ai propri ritardi ed incapacità l’Amministrazione costringe le maestranze e i cittadini ad operare in condizioni di scarsa sicurezza. Comprendiamo le ragioni delle attività commerciali e la necessità di non penalizzarle con la chiusura al traffico pedonale oltre che veicolare. Ma anche qui, una più attenta programmazione dei lavori avrebbe consentito ricadute meno penalizzanti sugli operatori economici, meno rischi per i pedoni e meno disagi per i lavoratori. Pensiamo, ad esempio, alla chiusura per settori dell’area di cantiere. E’ evidente, poi, che il continuo salto ad ostacoli dei pedoni rallenta l’andamento dei lavori.
Speriamo che per Piazzetta Matteotti non si ripeta lo stesso scempio di Piazza Assunta. Forse, l’intervento dell’opposizione e il coinvolgimento della Sovrintendenza ai beni artistici hanno fatto si che un altro cantiere poco ponderato si avviasse. Beninteso, l’opposizione non è contraria alla cantierizzazione dell’area, ma a condizione che le prescrizioni della Sovrintendenza siano rispettate. Dunque, non si tocchino i basoli vecchi, non si abbattano gli alberi, non si modifichino i piani originari. I soldi si spendano, ma per aggiungere non per togliere ciò che di buono esiste. Ed ancora, si studino modalità di cantierizzazione che non chiudano il traffico irrazionalmente, dando il colpo di grazia ad attività commerciali già sofferenti per la nota congiuntura economica negativa.
Ci sarebbe molto altro da dire, ma lo spazio a disposizione è breve e, quindi, ci limitiamo ad alcuni flash. Che fine ha fatto la struttura socio – sanitaria “Dopo di Noi” per la cui celere realizzazione il Sindaco Coricciati ha fatto votare una variante al Piano per l’Edilizia Economica e Popolare (PEEP) ed ha promesso una modifica dello stesso Piano adeguata alle nuove esigenze. La Regione Puglia, anche in questo caso su sollecitazione dell’opposizione, ha chiesto chiarimenti sull’operato del Comune, ma sembra che non vi sia stata risposta. Staremo a vedere se le risposte alla Regione ci saranno e se saranno esaustive. Non crediamo e pensiamo che l’unica novità urbanistica a cui assisteremo prossimamente riguarderà qualche piano di lottizzazione privato, forse del Sindaco o del suo vice. Secondo il principio del legittimo sospetto, forse, sarebbe meglio non ricoprire cariche pubbliche se si hanno in animo progetti privati. Per essere chiari la revoca di un vincolo pubblico su di un area privata che, per effetto della revoca, diviene suscettibile di lottizzazione fa sorgere il legittimo sospetto che il proprietario dell’area (guarda caso il Sindaco) possa avere un proprio interesse personale e diretto.
Ciliegina sulla torta è infine l’accertamento sulla Tarsu. Non siamo contrari alla individuazione degli evasori. Ma anche un buon fine deve essere perseguito con i mezzi giusti. I controlli a tappeto che non tengono conto neanche dei dati presenti in Comune si potevano evitare, con meno disagi per gli utenti. Ma soprattutto, ci saremmo aspettati una contestuale maggiore attenzione del Sindaco sulle ragioni dell’aumento dei costi e sulla congruità delle scelte dell’ATO (ambito territoriale ottimale) di cui Martano fa parte, per combattere gli sprechi e le spese di gestione dissennate. Altri sono evidentemente gli interessi. Gli appetiti delle clientele temiamo porteranno ad un ulteriore aumento dei costi del Comune di Martano per il cui ripianamento, purtroppo, potrebbero arrivare nuove tasse (addizionali e quant’altro). Nostro impegno sarà quello di denunziare gli sprechi e richiamare l’attenzione dei cittadini sulla politica fiscale dell’Amministrazione. Abbiamo voluto scrivere insieme questo articolo per sottolineare che i due gruppi consiliari di centro sinistra nel consiglio comunale di Martano svolgono il proprio ruolo in piena sintonia e collaborazione, nell’interesse generale della città. Il nostro augurio e che quanto prima si possa rilanciare anche tra le forza politiche che si riconoscono nella cultura di centro – sinistra una nuova stagione di dialogo nella prospettiva di un progetto alternativo di governo della nostra Martano.
Marco Castelluzzo ed Antonio Bovino