Nuova tappa nell’omicidio di Gallipoli
Anche nel corso dell’incidente probatorio chiesto dalla Dda di Lecce, davanti al pubblico ministero – Alessio Coccioli – ed all’avvocato del padre, Speranza Faenza, la figlia di Marco Barba (“Tannatu”, per la mala gallipolina), Rosalba di ventuno anni, ha confermato la sua accusa: ” è stato mio padre ad uccidere il 41enne marocchino Khalid Lagraidi”. Il corpo, come si ricorderà, è stato rinvenuto in una pineta di Gallipoli. Del nord africano, residente a Lecce, si erano perdute le tracce il 23 giugno scorso. Ad indicare il luogo dell’omicidio è stata la ragazza, assistita dall’avvocato – Amilcare Tana – che, di fronte al pm ed al genitore, detenuto a Borgo San Nicola, ha ripercorso le tappe dell’intera vicenda confermando ed arricchendo la deposizione con dovizia di particolari.
L’autopsia condotta sul corpo della vittima ha rivelato che il giovane sarebbe stato ucciso con numerosi colpi sferrati con un corpo contundente sulla testa, probabilmente, un bastone o una pietra, e poi immerso nell’acido. A sostenere la ragazza nell’accusa contro il padre era stata la madre e l’altra sorella. Davanti ai Carabinieri, avrebbero, fra l’altro, rivelato che il genitore sarebbe manesco e possessivo. Della vicenda vi saranno certamente puntate successive. Le indagini sono condotte dal Nucleo investigativo dei Carabinieri e dai colleghi della stazione di Gallipoli.
Fernando Durante