Omicidio Noemi, l’autopsia conferma. Pugni in faccia prima di essere uccisa
Emergono nuovi ed inquietanti retroscena circa l’omicidio della piccola Noemi Durini, la 16enne di Specchia uccisa dal proprio fidanzato 17enne. L’autopsia sul corpo della ragazza ha messo in luce diversi elementi sulla sua tragica morte. Il ragazzo, che dopo qualche giorni ha confessato l’omicidio, infatti, l’avrebbe presa prima a pugni sul volto e poi l’ha accoltellata a morte sul collo. Dettagli che sembrano confermare l’aggravante della crudeltà nell’accusa di omicidio nei confronti del ragazzo, che ha confessato il delitto e l’occultamento del cadavere nelle campagne tra Castrignano del Capo e Santa Maria di Leuca circa una settimana dopo la scomparsa. La posizione di L.M., quindi, si aggrava sempre di più. Sotto al volto sfigurato dal passare dei giorni e dagli agenti esterni, i medici legali (Roberto Vaglio per la Procura, Ermenegildo Colosimo per l’indagato e Francesco Introna per la madre della ragazza) hanno trovato i segni del pestaggio, i colpi sul viso.
Gli stessi segni sul viso che la madre di Noemi notò una sera vedendo la figlia rientrare a casa e che la indussero a presentare una denuncia per lesioni e per violenza privata, finita poi all’attenzione della magistratura dei minori. Questi nuovi elementi sul caso confermano che l’aggressione è avvenuta con i due ragazzi uno di fronte all’altro e che L.M. non abbia preso alla sprovvista la sua fidanzata mentre la picchiava, ma l’abbia colpita a viso aperto. Lesioni analoghe sono state trovare anche sulle braccia e sulle gambe, mentre sulla testa risultano diversi colpi di coltello. E poi quel segno sul collo che, salvo smentite ufficiali da parte della consulenza, dovrebbe essere il segno della fine di tutto. L’omicida, attualmente detenuto in un istituto penale per minorenni vicino a Cagliari con l’accusa di omicidio premeditato, quando aveva confessato il delitto aveva anche disegnato su un foglio di carta il tipo di coltello usato.
Retroscena che non fanno altro che aumentare l’incredulità verso una vicenda che lascia ancora tutti a bocca aperta. Così come successe ad Avetrana per l’omicidio della povera Sarah Scazzi. Caso che viene preso come esempio dall’avvocato Walter Biscotti per descrivere alcuni dettagli della storia di Specchia. “Questi silenzi, queste omissioni, queste complicità: non voglio richiamare il caso Misseri, ma le senzazioni e l’esperienza processuale mi dicono che bisogna ancora chiarire se e quale ruolo abbia avuto la famiglia dell’indagato”. Queste le parole più significative dell’avvocato Biscotti a poche ore dalla nomina ricevuta dal padre di Noemi per seguire gli sviluppi dell’inchiesta che vede indagato il fidanzato della ragazza per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà e dai futili motivi. Non è la prima volta che il legale di Umberto Durini affronti casi di particolare interesse mediatico: è stato l’avvocato di parte civile della madre di Sarah Scazzi e l’avvocato difensore Salvatore Parolisi.
Intanto le dichiarazioni dei protagonisti di questa vicenda si susseguono e fanno capire quanto questa storia sia ben lontana dall’essere chiusa. Mentre il padre della ragazza, Umberto Durini pretende giustizia e verità per la figlia barbaramente uccisa, infatti, il padre di Lucio, indagato per sequestro di persona e concorso in occultamento di cadavere, continua a sparare a zero sulla ragazza del figlio. “Sono andato ai servizi sociali, mi sono inginocchiato e ho detto:’Mi aiuti a trovare una struttura dove mio figlio possa essere curato. Non mi hanno mai contattato. Lei era gelosa e morbosa. Ho cercato di salvarli tutti e due: sarebbe bastato che mi avessero ascoltato”. Sono alcuni dei passaggi dell’intervista, mandata in onda venerdì sera su Retequattro, a ‘Quarto Gradò, a Biagio, il padre di Lucio. L’intervista continua: “Che questa ragazza fosse pericolosa per mio figlio me ne sono accorto quasi subito, perché era gelosa e morbosa. Me ne sono accorto sin dai primi giorni, quando veniva accompagnata da un ragazzo di Casarano molto più grande di lei. A causa di questa ragazza Lucio frequenta persone molto adulte… erano amici loro, amici delle loro famiglie. Non è vero che questa ragazza chiedesse il permesso per uscire di casa: usciva quando voleva. Tempo fa, poi, vengo a sapere che raccoglieva soldi per comprare una pistola e ammazzarci. Ho pietà per lei. Per me era vittima della sua famiglia. Questa è la pura e sacrosanta verità. E quando ci sarà l’opportunità tirerò fuori vita morte e miracoli di questa famiglia. A Lucio non posso dire niente perché non ce l’ho più. Ho cercato di salvarli tutti e due: sarebbe bastato che mi avessero ascoltato”.