Paradisi artificiali? No grazie
Si è mai scoperto se provoca più dolore disintossicarsi o continuare a fare uso di droga? Se il presente per un ex tossico dipendente diventa più difficili del passato?
Quando una persona inizia a fare uso di qualcosa che lo fa stare bene con se stesso pensa in automatico che il suo corpo stia bene. Se, però si assume una sostanza con frequenza il corpo ci si abitua e quindi gli effetti euforici delle prime volte diminuiscono; di conseguenza la quantità assunta aumenta.
Quando le sensazioni piacevoli finiscono, si entra in uno stato di depressione. La persona, oltre a non stare bene fisicalmente, ha bisogno di altra droga per stare bene psicologicamente. La Svizzera è stata una dei primi Paesi a prescrivere l’eroina come cura medica ai tossicodipendenti. Fu aperta una struttura “Binario 9” dove i tossicodipendenti potevano fare uso di droga, stando lontano dalla strada.
Presso l’Ospedale Universitario di Ginevra è stato istituito il programma di sostituzione dell’eroina, che prevede la somministrazione di diacetilmorfina a coloro che hanno alle spalle almeno due tentativi di disintossicazione non riusciti. Come è possibile che si distribuisca eroina a persone che dovrebbero stare lì per disintossicarsi?
Si hanno sbalzi di umore molto veloci, passando da uno stato di iperattività ad uno stato di abulia. Le persone che fanno uso di allucinogeni , solitamente fanno un “viaggio” in ambienti dove nessuno li può vedere, in una dimensione che non è quella reale, fatta di colori, suoni e movimenti. Tendono a chiudersi in se stesse allontanandosi dal mondo che le circonda. ll tossicodipendente spera di poter vivere una vita normale, pur usando droghe. Quando cerca di smettere non ha energie, l’astensione lo fa star male.
Le droghe sono cambiate nel corso del tempo, oggi non sono più molto costose, anche per questo sono diffusissime, sono sintetiche e fanno forse ancora più male
La tossicodipendenza giovanile non viene vista più come un vero problema perché fare uso di droghe è diventata una cosa comune. Negli anni è aumentato il numero di spacciatori di età tra i 14 e il 18 anni.
Emanuele, un ragazzo di 16 anni, tre anni fa dopo una serata con gli amici si è tolto la vita lanciandosi in un fiume. Credeva, per effetto della droga, di poter volare. Il padre ha scritto un libro “lasciami volare”, lanciando un messaggio: «Abbiate il coraggio di dire no perché quel rifiuto è la scelta della vita, quella vera, fatta di energia buona e di amore»
Sara Ciccarese