Soleto: importante convegno su Messer Matteo Tafuri
Si è tenuto, nei giorni 7 e 8 di Agosto una due giorni culturale dal titolo: “Soleto nelle Mura- Messer Matteo Tafuri (1492/1584)e la sua cultura”. Ai saluti istituzionali del neosindaco, Graziano Vantaggiato, è seguito l’intervento dell’assessore alla Cultura, Davide Cafaro (anche in rappresentanza delle numerose Associazioni di volontariato del paese). Le relazioni sono state affidate a due studiosi locali, Francesco Giannachi dell’Università del Salento e Gigi Manni, appassionato ricercatore di storia locale ed autore di numerose pubblicazioni sulla materia. La ghiotta occasione culturale è stata presa a pretesto dagli amministratori per far conoscere al visitatore l’interno del centro storico che gradatamente sta tornado agli antichi splendori- grazie ad una serie di interventi- attraverso una visita guidata. Al suo interno, che presenta segni della sua presenza messapica già dal IV ec. a.C., si trova, fra l’altro, la famosa chiesetta medievale di Santo Stefano (XIV/XV sec.) con i suoi meravigliosi affreschi, vari palazzi istituzionali e gentilizi. Fra questi, Palazzo Arcudi, Palazzo della Zecca. Soleto era, una volta, a capo di una contea. Oltre a meravigliose corti all’interno delle quali sono presenti prestigiose realizzazioni di scalpellini locali e nelle quali sono stati esposti anche creazioni di artisti ed artigiani contemporanei. Quasi a sorvegliare il centro storico- ad ovest- si erge maestoso lo svettante campanile degli Orsini (1397)- monumento nazionale.
Matteo Tafuri filosofo, alchimista, astronomo, medico letterato e tanto altro ancora. Sulla sua casa al centro del paese si legge ancora la frase incisa:”Humile so et humiltà me basta, dragon diventaro se alcun me tasta”. In sostanza: . lasciatemi perdere. Sul conto si raccontano una moltitudine di novelle, ancor oggi. Non ultima quella che lo vuole protagonista della costruzione del maestoso campanile in una sola notte, grazie all’opera di molti folletti coordinati dalle “macare”. Ma dovevano rientrare nel proprio rifugio entro l’alba, a costruzione terminata. Pena la trasformazione in pietra di chi ne era rimasto fuori. Fu così, narra la leggenda, che quattro diavoletti si ritrovano pietrificati ai quattro angoli del secondo ordine del campanile. Per questa sua nomea di alchimista rischiò, persino, di essere bruciato sul rogo, accusato di stregoneria. Fu discepolo dell’umanista zollinese, Sergio Stiso. Viaggiò molto per l’Italia, per l’Europa e l’Africa. In Francia si laureò in medicina presso l’università della Sorbona.
Fernando Durante
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