Abitava in Uruguay dal 1957, ma percepiva l’assegno sociale italiano. Smascherato cittadino di Racale
Dal 2007 ad oggi aveva incassato l’assegno sociale, nonostante non risiedesse in Italia da circa sessant’anni e quindi non aveva alcun diritto alla pensione. Dopo dieci anni è stata la Guardia di Finanza di Gallipoli a smascherare l’impostore e a mettere fine a questa pantomima vergognosa. Le Fiamme Gialle gallipoline sotto il coordinamento del Comando Provinciale di Lecce, infatti, hanno accertato che un uomo, originario di Racale, ma di fatto residente con la sua famiglia fin dal 1957 a Montevideo in Uruguay, dal 2007 ha percepito, indebitamente, l’assegno sociale erogato dall’Inps, per un ammontare complessivo pari ad oltre 80mila euro. Questo contributo sociale spetta a tutti gli italiani (residente nel territorio italico), extracomunitari (titolari di un permesso di soggiorno lungo e regolare), rifugiati politici ed apolidi che abbiano compiuto 65 anni e si trovino in condizioni economiche disagiate.
Il beneficiario della contribuzione scoperto come detto dalla Guardia di Finanza di Gallipoli, incluso nel registro degli italiani residenti all’estero fin dal 1957, nel mese di maggio del 2007, durante un periodo di vacanza in Italia, si era iscritto nelle liste anagrafiche del Comune di Racale e aveva presentato all’Inps la domanda per l’ottenimento dell’assegno sociale, dichiarando falsamente di risiedere stabilmente in Italia, con un reddito del nucleo familiare pari a “zero”. Lo stesso era poi rientrato nel Paese sudamericano dove ha continuato a vivere con la propria famiglia, beneficiando della prestazione pensionistica mensilmente erogatagli, mediante accreditamento su un conto corrente bancario. Gli approfondimenti investigativi hanno consentito di accertare che le uniche operazioni “in uscita” effettuate su tale conto corrente, erano riconducibili a prelevamenti internazionali, eseguiti a Montevideo, capitale uruguagia in cui risiede l’uomo, e quindi hanno smascherato la truffa.
C’è voluto quindi l’intervento dei militari gallipolini per porre fine a questa truffa e far sì che venisse attuata l’immediata sospensione dell’erogazione dell’assegno oltre all’avvio delle procedure di recupero delle somme indebitamente percepite. L’attività si è conclusa con il deferimento all’Autorità Giudiziaria dell’uomo, per le ipotesi di reato di truffa aggravata ai danni dello Stato e falso ideologico, oltre alla segnalazione alla Procura Regionale della Corte dei Conti, per l’accertamento dei profili di responsabilità per danno erariale.