Perché non stravolgere Piazzetta Matteotti
Non è ancora del tutto chiaro lo spirito dell’intervento di “riqualificazione” previsto in Piazzetta Matteotti. Il progetto che è stato finanziato per la somma di euro 400.000.00 prevede il rifacimento dell’antistante piazzetta del Comune. Questo tipo di intervento sta suscitando molta curiosità e molti dubbi tra i cittadini. È difficile comprendere quali siano le reali esigenze di riqualificazione di Piazzetta Matteotti. È difficile comprendere in che modo l’intervento su una delle più significative testimonianze storiche in città possa rientrare nel concetto di riqualificazione. Piazzetta Matteotti non presenta particolari segni di degrado. Una delle poche note stonate è la scarsa attenzione per il verde pubblico. Problema, quest’ultimo, comune all’intero paese. L’attuale Piazzetta conserva molto bene gli edifici di notevole pregio architettonico, le diverse fasi e i diversi stili che si sono succeduti nella sua storia. Non rappresenta affatto un affastellamento disarmonico che manca di un disegno ordinatore complessivo. Basti pensare che l’attuale configurazione, che prese corpo negli anni 80 dell’Ottocento, era prevista in un unicum progettuale, che prevedeva tanto la ricostruzione del 1° piano del Palazzo, quanto la realizzazione dell’antistante Piazzetta, denominata “degli Uffici” a chiara specificazione della destinazione pertinenziale dello scoperto al Palazzo. L’attuale basolato, che si vorrebbe sostituire con il pregevole “bronzetto” di Apricena, oltre a presentarsi in un ottimo stato di conservazione, rappresenta un pregevole esempio della tradizionale posa in opera del basolato di Soleto, rilevando l’eccezionale perizia delle antiche maestranze locali. Anche i vituperati alberi di quercia rafforzano la peculiarità storica dell’intero complesso urbano, preservando con coerenza la tipicità salentina della Piazzetta, anche nella scelta delle specie arboree. La redazione dei diversi progetti storici dimostra, inoltre, la grande attenzione riservata alla corretta gestione del deflusso delle acque piovane, prevedendo la realizzazione di zanelle, gradini e declivi in modo da evitare la stagnazione e l’infiltrazione delle acque meteoriche. L’intervento introdurrebbe la rottura urbanistica di un complesso storicamente unitario, priverebbe il centro urbano dell’unico polmone verde esistente, esporrebbe l’intera Piazzetta al rischio di allagamento.
Alla luce di queste osservazioni, più che un rifacimento dell’attuale Piazzetta, risulta più interessante la prospettiva di ricucirla al resto del centro storico, nell’ottica di una valorizzazione dell’intera area, nell’idea di un centro che funga da motore di sviluppo del paese. L’intento di queste osservazioni, frutto del lavoro dei gruppi di minoranza e del dialogo di questo periodico con i cittadini, non è quello di scongiurare aprioristicamente qualsiasi tipo di intervento, ma quello di far affiorare un metodo. Il metodo della partecipazione, del dialogo tra le forze politiche e con i cittadini. È indispensabile adottare questo metodo quando si interviene sui luoghi simbolo della città, quelli più identificativi, quelli che rappresentano il senso di una comune appartenenza alla stessa comunità.
Marco Termo
Il problema è che alcuni elementi di questa amministrazione hanno casa a Panama,