Polemica a Martano sulla cittadinanza a Ocalan
Scatena le proteste del gruppo di minoranza – “Martano cresce”- la proposta dell’amministrazione comunale di assegnare la cittadinanza onoraria a Abdullah Ocalan. La discussione monotematica è prevista nell’ordine del giorno del Consiglio comunale di giovedì, alle ore 19. La proposta di assegnare al rappresentante del Partito del lavoratori curdi (Pkk) la cittadinanza onoraria è partita da una richiesta ufficiale da parte dal referente provinciale del popolo curdo, Ippazio Luceri. Un professore del luogo che, nell’estate scorsa, percorse, per tappe, a piedi la distanza che separa il capo di Leuca dal capoluogo di provincia, Lecce, nonostante le allora precarie condizioni di salute. L’iniziativa era destinata a richiamare le attenzioni sulla situazione politica della popolazione curda, perseguitata e senza patria. La maggioranza martanese sposò la causa di Luceri.
Il gruppo di opposizione, però, non ci sta e propone di rinviare la seduta. “Non si può ”, scrivono in un comunicato, Antonio Carra e Cristian Farì, “ in un Consiglio comunale monotematico, convocato frettolosamente il 16 febbraio, conferire la cittadinanza onoraria martanese ad Abdullah Ocalan, leader del Pkk, considerato tutt’ora dall’Unione europea, dagli Usa ed altri paesi indiscutibilmente democratici come Australia e Canada, una formazione terroristica responsabile dell’uccisione di circa 30mila persone”. Poi, sottolinea a caratteri cubitali: “Giovedì Ocalan diventerà nostro concittadino”. Un segnale di richiamo inviato ai cittadini nel tentativo di fermare un evento di notevole rilevanza politica. Per raggiungere l’obiettivo, chiede – perciò – che venga rinviato il Consiglio comunale per andare ad un incontro ed adottare delle decisioni. “Io non sono pregiudizialmente contrario all’assegnazione della cittadinanza al rappresentante curdo, ma mi devono convincere le motivazioni”, chiarisce Carra.
La replica della maggioranza – “Ora” – è affidata ad un comunicato stampa in cui si fa una valutazione complessiva dell’attuale situazione politica in Turchia, a seguito del tentato golpe del luglio scorso. Non si possono ignorare le condizioni attuali in cui versano “ deputati, giornalisti, magistrati, rettori, insegnanti di scuola e semplici cittadini, che hanno manifestato o manifestano il loro dissenso a questo regime antidemocratico ”, rappresentato da Erdogan. La Turchia, analizzano, “ è stata interessata da un clima di violenza e intolleranza che sta raggiungendo livelli di recrudescenza inauditi ”. Riportano dati diffusi dai “ Ministeri di Giustizia e Interno, dall’ufficio del Primo Ministro, dalle agenzie di stampa ufficiali Anadolu e Dogan, insieme alle notizie dell’emittente Ntv ”. Sarebbero 29.464 i dipendenti pubblici sospesi dai loro incarichi, compresi poliziotti e uomini delle forze di sicurezza; sono detenuti 7.899 soldati e quasi mezzo milione tra militari e riservisti turchi, mentre sono 103 i generali e gli ammiragli arrestati; 21 mila docenti di scuole private si sono visti revocare l’abilitazione all’insegnamento; 950 i civili detenuti. Dati raccapriccianti ottenuti con pugno di ferro, accusano, “ ingiustificato ed ingiustificabile secondo la maggior parte degli osservatori internazionali ”. Neanche la cultura sarebbe stata risparmiata con i suoi 1.577 rettori di tutte le università pubbliche e private turche, sollevati dai loro incarichi, le cui dimissioni sono state chieste dal Consiglio per l’educazione superiore. Tutta questa situazione avrebbe sollecitato le coscienze della maggioranza che dichiara come: “ di fronte a tutto ciò, sentiamo il dovere di esprimere un piccolo segnale di solidarietà con tutti coloro che sono vittime di questo sistema dispotico ”.
Pertanto, sottolineano che, “ conferire in questo preciso momento la cittadinanza onoraria ad Ocalan assume un doppio significato: una condanna profonda del modus operandi del governo turco, che viola sistematicamente i diritti umani, civili e politici e il riconoscimento, nello stesso tempo, di una delle tante vittime di questo orrendo regime ”, Ocalan. Il capo del Pkk fuggito dalla Turchia, si è rifugiato in Italia nel 1998.
Se l’opposizione avesse voluto comunicare il proprio dissenso sulla questione, avrebbe dovuto argomentare in merito, invece di fare chiacchiere da bar.SONO sempre più convinta di aver scelto bene, forza sindaco.