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      Home»Ambiente » ‘Vento di soave’: il film di Corrado Punzi racconta le centrali di Brindisi e i danni ambientali

      ‘Vento di soave’: il film di Corrado Punzi racconta le centrali di Brindisi e i danni ambientali

      La Redazione
      27 Dic, 2017
      0 Commenti
      7

      “Vento di Soave” del regista e sociologo leccese Corrado Punzi, che racconta le storie di due agricoltori e un sub ambientalista, i quali vivono a pochi metri dalla centrale a carbone Enel (Cerano) e il petrolchimico Eni nella zona industriale di Brindisi. Storie che raccontano il conflitto tra il progresso e i danni ambientali e sociosanitari, mentre l’addetto stampa della Centrale racconta un’altra realtà.

      Brindisi è una città del Meridione d’Italia, affacciata sul Mediterraneo. Grazie al suo porto naturale fu un importante crocevia commerciale e culturale, privilegiata Porta d’Oriente, dall’Impero Romano fino alla Compagnia delle Indie. Visse il suo massimo splendore con l’imperatore svevo Federico II, citato nella “Divina Commedia” come “vento di Soave”, per indicare la potenza impetuosa con cui la sua dinastia ottenne il dominio sull’Italia meridionale. Oggi Brindisi è un importante centro industriale. Nel suo porto ogni giorno navi cargo scaricano tonnellate di combustibili fossili che riforniscono il petrolchimico Eni e la centrale a carbone Enel, tra le più grandi d’Europa.

      LA STORIA
      Storie di ostinata ma contraddittoria opposizione al gigante industriale raccontano il conflitto tra le narrazioni del progresso e i danni sociosanitari in un territorio a vocazione agricola.

      Come si vive in una città del sud Italia, a pochi metri da una centrale a carbone e da un petrolchimico tra i più grandi d’Europa? Cos’è rimasto delle iniziali promesse di progresso? Due agricoltori che vivono e lavorano sotto le centrali e un sub ambientalista dal profilo contradittorio, cercano di dimostrare i danni economici e sanitari subiti dalle industrie. Eppure, l’addetto stampa della Centrale, racconta una realtà diametralmente opposta. Così, mentre la città assiste agli eventi culturali e sportivi finanziati dalle industrie, la verità e la giustizia sembrano rimanere sospese e indecifrabili, come in un processo kafkiano.

      DATI AMBIENTALI E SANITARI
      Dal 1997 Brindisi è classicata come “Area ad Alto Rischio Ambientale” e attende la bonica di oltre 5.800 ettari di terra e 5.600 di mare.
      Nel 2013 uno studio del CNR e di alcuni medici dell’ospedale di Brindisi dimostra che le malformazioni cardiache neonatali sono il 68% più alte della media europea.
      Nel 2017 la Regione Puglia pubblica il primo rapporto epidemiologico sul territorio brindisino: gli inquinanti delle Centrali sono associati all’aumento esponenziale dei tumori, delle leucemie, delle malformazioni congenite e delle malattie cardiovascolari e respiratorie.

      NOTE DI REGIA
      «Quest’è la luce de la gran Costanza
      che del secondo vento di Soave
      generò ‘l terzo e l’ultima possanza».
      ( Dante Alighieri, Paradiso, Canto III)
      Vento di Soave è l’espressione con cui Dante Alighieri si riferisce alla dinastia sveva, Soave, degli Hohenstaufen, paragonando il loro dominio sull’Italia meridionale alla potenza impetuosa del vento. Il terzo vento di Soave e l’ultima possanza è l’imperatore Federico II, che succede a suo padre Enrico VI, secondo vento e marito di Costanza d’Altavilla. Con Federico II, conosciuto anche come Stupor mundi e puer Apuliae, la città pugliese di Brindisi visse i suoi migliori anni di prestigio culturale e commerciale.
      Oggi però, a testimonianza di quel passato glorioso, è rimasto solo qualche monumento e il nome dell’imperatore richiama soltanto il nome della Centrale a carbone Enel Federico II, tra quelle in Europa che emettono più sostanze inquinanti e più CO2.

      Ora il vento trasporta i fumi di questa centrale e del petrolchimico Eni nell’aria della città e unisce, come un soffio soave, le vicende di quattro persone che raccontano i due lati di un conflitto apparentemente irrisolvibile e immutato, come il ripetersi ciclico dei giorni e delle stagioni. L’intento del film è restituire la complessità del tema, attraverso la molteplicità delle prospettive e una narrazione che tenta di limitarsi ad osservare: sia la quotidianità di chi si ritiene vittima dell’impatto ambientale delle industrie, ma continua a viverci a ridosso o a lavorarci, sia di chi ricopre incarichi istituzionali per queste stesse industrie, lavorando alla costruzione della loro immagine. L’idea non era realizzare tanto un’inchiesta su Brindisi e la sua zona industriale, quanto piuttosto un film con un carattere più universale, capace di affrontare un problema cruciale dei nostri giorni: il conflitto moderno tra progresso e danni ambientali e sociosanitari.

      Osservare Brindisi, quindi, significa soltanto osservare l’archetipo di un modello di sviluppo insostenibile, perseguito in diversi Sud del mondo e riproposto ancora, come dimostra quello che sta avvenendo tuttora nello stesso territorio salentino con la costruzione del gasdotto Tap.

      VENTO DI SOAVE di Corrado Punzi: giovedì 4 gennaio 2018, Cinema Elio di Calimera – spettacolo ore 21.00, ingresso unico 5€. Interverranno: Marco Potì, Davide Barletti, Corrado Punzi, Stefano Martella, Trebble
      coordina Luca Bandirali.

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